SAN SALVATORE
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L'edificio, caratterizzato da un design di stampo romanico, ha origini nel XII secolo e viene citato in un documento del 1238, dove viene menzionato come parte integrante dell'Abbazia di Farneta.
Il suggestivo portale in pietra, adornato da rilievi raffiguranti animali e ornamenti con motivi vegetali, risale alla seconda metà del XII secolo. Il suo modello sembra essere stato ispirato al portale della vicina Pieve Confini di Tuoro, il principale edificio religioso della zona, risalente al 1165. Sebbene il portale in questione ne riprenda fedelmente lo stile, la qualità dei rilievi risulta leggermente più modesta.
Un dettaglio sopravvissuto dalla decorazione originaria della facciata è rappresentato da una piccola figura a mezzo busto posizionata in alto a destra, raffigurante l'Angelo in riferimento a san Matteo. Questa è tutto ciò che rimane dei quattro simboli degli evangelisti, che solitamente erano disposti intorno al rosone.
L'accesso alla chiesa avviene, in genere, attraverso il portale principale o più comunemente da una porta sul retro. La struttura si presenta con una sola navata, arricchita da un transetto e un'abside semicircolare. La decorazione pittorica delle pareti, realizzata tra il Medioevo e il Rinascimento, è praticamente scomparsa. In quel periodo, le pareti erano adornate da affreschi devozionali dedicati ai santi localmente venerati, seguendo uno stile simile a quello presente nella chiesa di San Michele Arcangelo.
Restano tracce di questa decorazione nel catino absidale, soprattutto in alto a destra, dove si conserva un frammento di affresco della fine del XIV secolo raffigurante un Angelo, probabilmente parte di una Maestà.
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Nel 1575, fu commissionata una grande tavola con l'Annunciazione, presumibilmente la stessa menzionata nelle Visite Pastorali di fine Cinquecento sopra l'altare. Quest'opera è attribuita a Salvio Savini, un pittore attivo nella zona del lago. Originariamente, la tavola si trovava nella chiesa di San Francesco nel XIX secolo.
Sul lato sinistro della chiesa, in una cappella dedicata all'Immacolata Concezione di Maria, sono temporaneamente collocati, per ragioni di sicurezza, oggetti d'arte, tra cui un tabernacolo dipinto in stile barocco e due statue lignee del XVI secolo raffiguranti San Francesco e il Cristo Risorto. Queste opere provengono in parte dalla menzionata chiesa del convento di San Francesco, alla quale appartiene anche la grande tela con il Cristo Crocefisso, una copia di un celebre dipinto di Guido Reni.